Ferdinando Scianna ai Musei San Domenico di Forlì
Viaggio, Racconto Memoria, è il titolo della mostra di Ferdinando Scianna ai Musei San Domenico di Forlì dal 22 settembre 2018 al 6 Gennaio 2019
Ferdinando Scianna, Siciliano nato a Bagheria nel 1943, inizia la sua avventura nel mondo della Fotografia agli inizi degli anni 60 con l’intento di raccontare con le immagini la cultura e le tradizioni della sua terra d’origine.
Fin da subito, i ritratti dei suoi concittadini, e tutta la sua produzione fotografica risulta molto intensa e profonda.
Da li a qualche anno entrerà in contatto con Cesare Brandi, un critico molto quotato, e con Enzo Sellerio, un editore e Fotografo che lo introduce alla visione Bressoniana, incontri che tracceranno il solco di quella che sarà la sua ricerca fotografica.
Negli anni successivi, a soli 21 anni, conoscerà Leonardo Sciascia lo scrittore che è una delle grandi figure del Novecento italiano ed europeo, con il quale realizza un saggio sulle feste religiose in Sicilia, libro che otterrà il prestigioso Premio Nadar e creerà molte polemiche a causa dei testi di Sciascia che raccontano l’essenza materialistica di queste feste.
In seguito, Scianna si trasferisce a Milano dove inizia a lavorare per varie testate giornalistiche come fotoreporter e contemporaneamente comincia a fotografare per due designer emergenti, Dolce e Gabbana, collaborazione che darà vita ad una delle collaborazioni meglio riuscite nella fotografia di moda.
Nelle foto della splendida modella Marpessa nel contesto Siciliano, Scianna riesce a far convivere la fotografia di moda con la visione di un fotoreporter, Il risultato è eccezionale e lo porterà alla ribalta nel panorama internazionale ricevendo commesse da riviste di moda estere.
Il mondo fotografico di Scianna a questo punto si allarga e inizia a realizzare moltissimi lavori pubblicitari e commerciali senza mai però abbandonare la sua prima passione per il reportage sociale, i ritratti e il fotogiornalismo.
In questa Mostra, vengono esposte circa 200 Fotografie in bianco e nero e stampate in diversi formati, che ripercorrono l’intera carriera del fotografo siciliano.
Il percorso espositivo è aperto da un testo di Giorgio Manganelli scelto da Scianna: “Una antologia è una legittima strage, una carneficina vista con favore dalle autorità civili e religiose. Una pulita operazione di sbranare i libri che vanno per il mondo sotto il nome dell’autore per ricavarne uno stufato, un timballo, uno spezzatino…”
Del suo lavoro Scianna dice: “come fotografo mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo.”